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Monticchiello Pienza

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Monticchiello

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Monticchiello


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Monticchiello, già in epoca etrusca e romana fu luogo di incontro di vie che collegavano centri e comunità della zona. Conserva ancora i tratti austeri delle fortezze medievali.
Il borgo sorge su un poggio immerso nella campagna senese, nel comune di Pienza, visto dalla campagna si mostra con la sua torre del cassero che si erge tozza e robusta sui tetti delle case e i resti delle mura e delle torri mozzate che si sveleranno solo giunti in prossimità del castello.
Di incerte origini romane, facendo derivare il nome Monticchiello dal latino Mons Cloelii come possiedimento della Gens Cloelia, si trovano tracce documentate di Monticchiello dal 973 in un atto di cessione di Lamberto Aldobrandeschi alla Badìa Amiatina. Ma fino al duecento le notizie sono assai scarse. Si conosce un atto del 1156 in cui il conte Paltonieri di Forteguerra fece donazione a papa Adriano IV di Monticchiello, il quale lo retrocesse poi al conte in beneficio. In seguito sembra che il castello fu ceduto dalla Sede Apostolica all'Ordine dei Cavalieri Teutonici. Verso il 1175 l'influenza politica del Comune di Siena si estende su Monticchiello. Una clausola dell'accordo di pace stipulato tra Senesi e Fiorentini nel 1208 e l'imposizione a Monticchiello di un tributo per il finanziamento del debito senese attestano che in quell'anno il castello faceva parte del contado di Siena a tutti gli effetti.
Nel giugno del 1233 i consoli di Monticchiello giurarono un alleanza con il podestà di Siena contro Montepulciano impegnandosi a non far risiedere nel castello nessuna le mogli e nessun figlio dei nemici. Durante la guerra Monticchiello viene devastato dagli Orvietani, e nelle trattative di pace del 1235 i Senesi chiesero un risarcimento. Per tutto il duecento si ripeterono dispute di confine tra Monticchiello e Montepulciano per le quali interveniva in arbitrato Siena. Nel 1250 inizia la costruzione del Cassero, della Chiesa e il rifacimento delle mura. In questi anni il Comune si dota di statuti in lingua volgare, si sviluppa il commercio e l'artigianato, dando vita al periodo più florido del borgo.
Il declino di Monticchiello inizia con la guerra franco-spagnola a metà del 1500. Si ricorda la strenua resistenza all'esercito dell'imperatore Carlo V. Ai monticchellesi, costretti a respingere il nemico anche a colpi di pietra, fu riconosciuto il valore e fu riconosciuta una resa onorevole.Fu poi con la caduta della Repubblica senese nel 1559 che Monticchiello cadde sotto i Medici e sempre più perse il ruolo e l'importanza che aveva avuto.Il 26 Giugno 1778 il Granduca Pietro Leopoldo decreta la soppressione del comune di Monticchiello che viene accorpato a quello di Pienza nell'ambito delle riforme civili ed amministrative dello Stato Toscano.Il 6 Aprile 1944 il Prefetto di Siena invia a Monticchiello un nutrito gruppo di uomini per affrontare i Partigiani accampati nei dintorni del paese.
Il combattimento vide i reparti fascisti costretti alla ritirata. Il giorno dopo scattò il rastrellamento tedesco: i soldati penetrarono nelle abitazioni ammassando la gente fuori dalla porta del paese. La strage fu evitata grazie all'intervento di Irma Angheben, moglie tedesca di un proprietario terriero di Monticchiello, aiutata dal Parroco. Monticchiello si presenta oggi cinto da mura conservatesi solo in parte, con i tratti superstiti intervallati da torri di varia foggia in gran parte mozze. Si entra nel borgo da Porta sant'Agata, con arco a sesto acuto, difesa da due torri, su cui fa ancora bella mostra lo stemma di Siena. La struttura urbana è priva di stretti vicoli e abbondante di piazze e slarghi pavimentati a pietra.
In questo contesto tutte le estati va in scena il "Teatro Povero", scritto, diretto e interpretato dalla gente del paese, dove i cittadini di Monticchiello, recitando se stessi, testimoniano la propria realtà, le autentiche situazioni esistenziali e sociali,esso nasce e si sviluppa a Monticchiello molto prima della precisa data del suo inizio (1967).
Tra gli edifici significativi troviamo, al centro del paese, la Chiesa dei Santi Leonardo e Cristoforo, della seconda metà del Duecento, dalla struttura a navata unica e tre absidi, con la facciata gotica ornata da un portale ogivale fortemente strombato, sovrastato da un rosone. Nell'interno, trasformato nel Settecento, si conservano affreschi di scuola senese del XV secolo, una una tavola di Pietro Lorenzetti raffigurante la Madonna col Bambino, conservata al Museo diocesano, e un piccolo ciborio a forma di portale gotico, racchiuso entro un'elegante grata di ferro battuto, opera di Pietruccio di Betto da Siena. Risalendo il colle si giunge ai resti del cassero, oggi privato e non vistiabile, di cui rimane soltanto un'alta torre con base a scarpa, coronata da un ballatoio su mensoloni, in parte in rovina. Dall'alto si puo osservare un tratto di cinta muraria e altre due torri superstiti sbucare in mezzo agli olivi.

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